In un momento di accentuate tensioni sociali intorno al rapporto tra migranti e residenti – come quelle che si sono registrate nelle periferie romane e milanesi – anche l’Università deve giocare un ruolo nella promozione di una cultura dell’accoglienza e della reciproca comprensione.
Partendo da questi intenti, nell’ambito del ciclo seminariale “I migranti in Italia: tra accoglienza, marginalità e stereotipi” e delle attività delle cattedre di Sociologia Generale e Teorie dei conflitti e processi di Pace del Dipartimento di Scienze Politiche, “Roma Tre”, il giorno 25 Novembre alle ore 15,00 presso l’Aula A, sarà proiettato il film TERRE DI TRANSITO (2014, produzione: A Buon Diritto, in collaborazione con Cinecittà Luce) di Paolo Martino alla presenza del regista.
Terra di transito racconta la storia di Rahell, che da bambino, nel 1988, lasciò l’Iraq bombardato per rifugiarsi a Damasco, e che oggi dalla Siria, come allora, è stato costretto a fuggire. Non può raggiungere coloro che della sua famiglia sono in Svezia, se non per una visita fugace. La ragione è legata ai vincoli del regolamento di Dublino che obbliga il richiedente asilo a restare intrappolato nel primo paese di approdo, una sorta di terra di transito, in questo caso l’Italia. Il documentario raccoglie le voci dei rifugiati, migranti per sopravvivenza, costretti in uno Stato che non sa assisterli e li riduce al vagabondaggio, alla miseria (2 euro e 50 al giorno) e confronta le loro condizioni con quelle dei pari in Svezia (dove seguono corsi di formazione e percepiscono 800 euro mensili). I meriti del film sono informativi e assumono un valore culturale specifico alla luce dei drammatici fatti avvenuti a Tor Sapienza a Roma.
Il documentario tratta le conseguenze dell’applicazione del regolamento di Dublino del 2003 il quale stabilisce lo Stato membro dell’Unione Europea che deve considerare una domanda d’asilo politico o il riconoscimento come rifugiato secondo la Convenzione di Ginevra. Di solito è il primo Stato membro incontrato sul cammino del richiedente asilo, quello in cui sono state registrate le sue impronte digitali. Uno Stato in cui si è obbligati a tornare. Uno Stato di confine che raramente o quasi mai è in grado di assistere questa persona. Uno Stato come l’Italia, per esempio.
L’ingresso alla proiezione è libero. Seguirà poi una discussione sui contenuti del film con il regista e i sociologi Francesco Antonelli, Emanuele Rossi, Pina Sodano, Valeria Rosato.
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